MERCOLEDI’ 28 MAGGIO, ORE 18.30, INCONTRO CON GIORGIO MARCONI E ARTURO SCHWARZ

Pubblicato il
26 Maggio 2014
Categoria
Conferenze, Press

Si concludono gli incontri del ciclo “VIS-à-VIS. L’ARTE INCONTRA IL PUBBLICO”, coordinati da Rosella Ghezzi e Chiara Vanzetto nell’ambito della mostra “Nati nei ’30. Milano e la generazione di Piero Manzoni”.

Dopo il grandissimo successo di pubblico e critica dei precedenti incontri con le straordinarie testimonianze degli artisti che hanno rievocato la particolare
atmosfera artistica e culturale milanese degli anni Sessanta, mercoledì 28 maggio,alle ore 18.30, l’ultimo appuntamento sarà dedicato al ruolo del gallerista.

Il mestiere del gallerista fra ricerca e mercato sarà, difatti, l’occasione per ascoltare la voce di due galleristi di fama internazionale: Giorgio Marconi e Arturo Schwarz.

GIORGIO MARCONI
Nato a Milano, è tra i più interessanti galleristi italiani, di fama internazionale. E’ stato fondatore, nel 1965 dello Studio Marconi, che chiuderà nel 1992,  uno spazio laboratorio sperimentale per giovani artisti, critici ed operatori culturali. Le sue sale presenteranno autori internazionali, quali Louise Nevelson, David Hockney  e Hsiao Chin, insieme ai maestri come Fontana e Burri e ai nuovi talenti dell’arte italiana, da Adami, Pardi, Baj,  Del Pezzo, Uncini a Schifano. Nel 1990, con il figlio Giò, fonda la Galleria Giò Marconi, che si rivolge alle proposte delle nuove generazioni, e nel 2004 crea la Fondazione Marconi, per diffondere l’arte contemporanea e far conoscere il lavoro dei suoi protagonisti.

ARTURO SCHWARZ
Nato nel 1924 ad Alessandria d’Egitto, poeta, gallerista, collezionista, storico dell’arte e saggista. Incarcerato per la sua attività politica ed espulso nel 1949 dall’Egitto, soggiorna a Parigi dove incontra André Breton. Dal 1954, a Milano, nella sua libreria, che nel 1961 si trasforma in galleria, presenta i protagonisti di Dada e del Surrealismo, Duchamp, Man Ray, Schwitters, Arp, così come i nomi più significativi delle avanguardie storiche. Nel 1975 chiude la galleria per dedicarsi alla scrittura (con saggi sulla kabbalah, sul tantrismo, sull’alchimia, sull’arte preistorica e tribale, sull’arte e la filosofia dell’Asia e sull’anarchia) e all’insegnamento, esercitato in università americane e alla Sorbona.

 

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