In occasione della mostra “OMAGGIO A ROBERTO CRIPPA”, mercoledì 10 dicembre, alle ore 18, Nicoletta Colombo, curatrice dell’esposizione, terrà una conferenza su Crippa, grande animatore con Lucio Fontana e gli Spaziali del fervido clima degli anni Cinquanta a Milano. Insieme alla curatrice interviene il figlio dell’artista, Roberto Crippa Junior.
L’ingresso è libero.
NOTA BIOGRAFICA
Dopo il diploma all’Accademia di Brera nel 1948, dove aveva studiato con i maestri Carlo Carrà, Aldo Carpi e Achille Funi, Roberto Crippa si avvicina al MAC (Movimento Arte Concreta) e scopre l’astrazione e un grafismo curvilineo, associato a ingranaggi meccanomorfi (Composizione meccanica, 1949-1950. Museo della Permanente), sfociato nel 1949 nell’astrattismo segnico dei primi “discorsi nello spazio”, come originariamente definiva il groviglio fluente delle sue “spirali”.
La frequentazione della Galleria del Naviglio di Milano lo aggrega ai giovani componenti del Movimento Spaziale, costituitosi attorno a Lucio Fontana, al quale aderisce ufficialmente nel 1950, firmandone il terzo manifesto.
Il giovanissimo artista soggiorna tra il 1951 e il 1952 a New York, vi conosce Fautrier, Brauner, Duchamp, Ernst, Matta, Donati, l’opera di Pollock e degli action painters e si apre a una visione internazionalista, foriera di una carriera brillante e dai precoci successi.
Le sue Spirali, in mostra largamente rappresentate, sono il frutto della passione per il volo acrobatico, di cui era provetto pilota istruttore, e segnalano il recupero del gesto e dell’automatismo surrealista (Pesce e spirale materica, 1953), insieme alla volontà di conquista dello spazio. Verso il 1955, all’astrazione delle spirali segue un condensarsi del segno nella simbologia barbarica, primordiale dei Totem, anch’essi presenti in esposizione, simboli arcaici di una umanità grottesca e anticipatrice di antropologie extraterrestri, postatomiche, nucleari.
Alla fine degli anni Cinquanta la sperimentazione sulla materia fisicamente intesa e l’amore per i materiali lo portano a manipolare sugheri, giornali, legni, cortecce, che assembla con sapienza artigianale e con il gusto del possesso dell’organismo pittorico inteso nella sua fisicità. Ne sono esempio Composizione (1958), Figure (1961) e Sole (1962).
Dopo la deflagrazione della “metafisica della materia”, l’artista negli anni Sessanta rintraccia materiali pittorici meno tattilmente connotati, esiti di una più sofisticata elaborazione mentale e concettuale: le ironiche citazioni di paesaggi e ordigni spaziali tradotti nelle amiantiti (Brooklyn Bridge, 1966; Paesaggio solare, 1966) si alternano ai collage a cere colorate trasparenti, le une e le altre icone di affabulazioni spaziali e di utopie interplanetarie.
Crippa scompare precocemente nel 1972, precipitando con il suo aereo monomotore nei pressi dell’aeroporto di Bresso.
La mostra fotografica Wildlife Photographer of The Year è aperta tutti i giorni, dalle 10.00 alle 19.00 e giovedì e venerdì fino alle 22.00. (La biglietteria chiude mezz'ora prima.)
I biglietti si possono acquistare direttamente in biglietteria oppure online, cliccando qui.
Per informazioni contattare il numero: +39 3516982286 oppure scrivere a info@radicediunopercento.it