I PAESAGGI DEL NOVECENTO dalla collezione museale

Pubblicato il
26 Novembre 2020
Categoria
Archivio eventi, Mostre

In occasione della 16° edizione della Giornata del Contemporaneo, organizzata da AMACI,

la Permanente presenta

PAESAGGI DEL NOVECENTO

 

La Collezione del Museo della Permanente comprende numerosi dipinti dedicati al tema del paesaggio: attraverso una selezione di ventisei opere, si possono ripercorrere idealmente alcune tappe significative dell’evoluzione di questo genere pittorico nel corso del Novecento.

Si parte dalla Statua nel giardino dipinta nel 1917 da Marussig e dal paesaggio solidamente novecentista realizzato un decennio più tardi da De Grada, per poi passare agli anni Trenta, con l’evanescente e lirica veduta dell’Appennino romagnolo del chiarista Del Bon.

Tra le opere degli anni Quaranta, spiccano uno scorcio quasi metafisico di Capri dipinto da Borra e la pittura postimpressionista di tocco del Palazzo Trivulzio di Bracchi e del vivace e assolato paesaggio lombardo di Frisia.

Un gruppo di opere particolarmente interessante risale agli anni Cinquanta: si spazia dal figurativismo dei Pescatori sulla spiaggia di Carpi e di un tipico scorcio buranese di Consadori, alla pittura tardo chiarista, sintetica e lunimosa, di De Rocchi, fino a una cupa e livida veduta della Milano postbellica di Banchieri.

L’evoluzione del linguaggio tradizionale della pittura di paesaggio passa poi dalle opere di Scapaticci, Conversano e Fumagalli, dalla visionaria Isola nello spazio dipinta all’inizio degli anni Sessanta da Fiume e dalla pittura liquida e cromaticamente accesa di Moro e Motti.

Questa breve rassegna si chiude idealmente con il paesaggio post-espressionista realizzato da Meloni nel 1975 e con due opere della metà degli anni ’90, sospese tra figurazione e visione allegorica, come l’antico monastero russo di Longaretti e lo scorcio di una città immaginaria che fa da sfondo al Ballo dei filosofi di Tadini.

 

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