MARTEDI’ 10 GIUGNO, ORE 18.30, CONFERENZA CON MARTINA CORGNATI

Pubblicato il
6 Giugno 2014

        In occasione dell’ultima settimana di apertura della mostra “Nati nei ‘30. Milano e la generazione di Piero Manzoni”, la Permanente di Milano invita il pubblico, martedì 10 giugno, alle ore 18.30, alla conferenza Milano laboratorio di una “strategia del segno” con Martina Corgnati.

Alla fine del sesto decennio, con la conclusione dell’esperienza nucleare e una sostanziale polverizzazione degli altri gruppi in individualità singole, dotate di un linguaggio già caratterizzato,  Milano, forse più di ogni altra città italiana, si configura come un laboratorio di idee e progetti originali, in cui quella che potremmo provare a chiamare la “strategia del segno” assume un’importanza determinante, sia presso gli artisti del Cenobio sia nell’ambito di Azimut; nel contesto delle sperimentazioni di Lucio Fontana come anche fra gli ex-adepti del Movimento Arte Concreta. Il decennio che si apre vedrà una notevole crescita di interesse per l’oggetto, “cosa” in ambito minimal, e “prodotto” in ambito pop. Anche il segno, da ingrediente dell’espressività informale tende a farsi oggetto in se stesso, meritevole di un’indagine specifica condotta in buona parte dagli artisti milanesi, in termini molto originali.

INGRESSO LIBERO

Martina Corgnati, curatrice e critica d’arte. Da molti anni si divide fra l’attività didattica (è docente titolare di Storia dell’Arte all’Accademia Albertina di Torino), le collaborazioni giornalistiche e l’impegno critico: ha scritto fra l’altro per ““Arte”, “Flash Art”, “Panorama”, “Anna”, “The Journal of Art”, “L’Indice”, “La Repubblica”, “Carnet Arte”, “Style” di cui è stata consulente di direzione. Attualmente è titolare della rubrica d’arte di “Chi”.
Ha scritto, insieme a Francesco Poli, il Dizionario d’arte contemporanea (Feltrinelli, 1994) e il Dizionario dell’arte del Novecento (Bruno Mondadori, 2001); con lo stesso editore ha pubblicato Artiste (2004), dedicato alla ricerca artistica al femminile dall’impressionismo a oggi. Ha curato decine di mostre retrospettive dedicate a maestri delle avanguardie e neoavanguardie, come Pinot Gallizio nell’Europa dei Dissimmetrici (Torino, Promotrice delle Belle Arti, 1992-93), Meret Oppenheim (Milano, Refettorio delle Stelline, Galleria del Credito Valtellinese, 1998/99) e Gillo Dorfles il pittore clandestino (Milano, PAC, 2001) oltre a rassegne storiche come Arte a Milano 1945-59 (Milano Refettorio delle Stelline, Galleria del Credito Valtellinese, 1999), oppure tematiche quali Le immagini affamate. Donne e cibo nell’arte. Dalla natura morta ai disordini alimentari (Aosta, Museo Archeologico 2005-6). Ha curato il secondo volume del catalogo generale di Enrico Baj (Marconi-Menhir, 1996).
Da molti anni si occupa del lavoro di artiste donne soprattutto nel Novecento e nell’arte contemporanea. Ha cocurato, insieme a Lisa Wenger, la prima edizione della corrispondenza di Meret Oppenheim, Worte nicht in giftige Buchstaben einwickeln (Scheidegger & Spiess, 2013); della stessa artista ha scritto la prima biografia (in corso di stampa, Johan & Levi).
Da tempo dedica una speciale attenzione all’attività di artisti non-occidentali e alla creatività artistica contemporanea nel mondo Mediterraneo e nel Vicino Oriente. Su questo argomento ha curato molte manifestazioni, fra cui: Incontri mediterranei, Sud-Est, Fondazione Horcynus Orca, Messina, 2005, Le porte del Mediterraneo, organizzata dalla Regione Piemonte nella città di Rivoli nel 2008. Dal 2007 collabora stabilmente con il Ministero degli Esteri per cui ha organizzato tre rassegne internazionali itineranti nel Mondo Arabo e in Turchia (Istanbul, 2010). Ha curato la parte internazionale del Premio delle Arti dell’AFAM-MIUR (Catania 2009). Ha curato la monografia Van Leo: un fotografo armeno al Cairo, Skira, 2007.
Nel 2010 ha curato i testi della mostra personale di Tsibi Geva alla SanGallo Art Station (Firenze)
Per le edizioni Compositori ha scritto L’opera replicante: la strategia dei simulacri nell’arte contemporanea (2009) e I quadri che (ci) guardano. Opere in dialogo (2011).
È direttore responsabile delle Arti Visive della Fondazione Horcynus Orca di Messina ed è stata direttore artistico dell’IGAV (Istituto Garuzzo per le Arti Visive) di Torino.