Fino al 30 novembre è aperta la mostra “OMAGGIO A PIERO RUGGERI” (Torino 1930 – Avigliana, TO 2009).
Curata da Francesco Poli, la mostra vuole essere un omaggio all’artista torinese, scomparso nel 2009, che dopo essere stato uno dei principali protagonisti della stagione informale, negli anni’50/’60, anche a livello internazionale (partecipando tra l’altro a varie Biennali veneziane, con una sala personale nella XXXI edizione) ha continuato a sviluppare la sua ricerca nei decenni successivi, con straordinaria coerenza e vitalità creativa, riuscendo con successo a inserire nel suo linguaggio una tensione espressiva in linea con lo spirito del tempo, tanto da poter essere considerato come un pittore la cui qualità rimane sempre attuale, al di là dei dovuti e inevitabili processi di storicizzazione.
L’esposizione alla Permanente non è una vera retrospettiva (l’ultima importante è stata quella a Palazzo Magnani di Reggio Emilia nel 2009) ma appunto un “Omaggio” perchè l’intenzione è stata soprattutto quella di mettere a fuoco, in modo esemplare, i caratteri più rilevanti e cruciali della sua opera in tutte le vari fasi , attraverso una accurata selezione di una ventina di dipinti, in gran parte di grandi dimensioni, che provengono dalla Fondazione Piero Ruggeri, da galleristi e collezionisti privati. Si va dai dipinti degli anni ’50 caratterizzati da accese tensioni espressive gestuali e materiche con accenti “ultimo-naturalistici”, violentemente esistenziali e con echi di maestri storici (Rembrandt, Caravaggio), alla fluidità più rarefatta di lavori degli anni’60, dal linguaggio relativamente più minimale e monocromatico degli anni’80, ai raffinati e intensi grovigli “all over” dei cicli dei “Roveti” e delle “Tate” degli anni successivi, fino ad alcuni esempi finali dove ritornano a galla, trasfigurati, vecchi elementi compositivi.
In occasione della mostra, martedì 18 novembre, Francesco Poli, curatore dell’esposizione, e Francesco Tedeschi hanno parlato dell’artista ed è stato proiettato un documentario sul suo lavoro.
La mostra, a ingresso libero, è aperta sino 30 novembre 2014, con i seguenti orari: da martedì a domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 18.30; lunedì chiuso.
Nota biografica
Piero Ruggeri nasce a Torino il 27 aprile 1930. Conseguita la maturità classica, frequenta il corso di pittura all’Accademia Albertina di Belle Arti e si diploma nel 1956. Negli anni Cinquanta dà vita, insieme a Giacomo Soffiantino a Sergio Saroni, scomparso nel ’91, alla pittura Informale che in Europa e negli Stati Uniti era prerogativa di De Staël e Bacon, De Kooning e Kline, senza dimenticare le esperienze di Guston, Wols, Dubuffet, Appel e Jorn. Come ha recentemente raccontato Soffiantino, la scelta dei tre di dedicarsi a questo genere risale al ritorno in treno da un viaggio a La Spezia, dove Felice Casorati aveva premiato Saroni e Soffiantino, ma non Ruggeri. «In quell’occasione convenimmo che eravamo senza padri. Di lì a poco fummo attirati, a Milano, da una mostra sull’espressionismo astratto. Vi incontrammo Luigi Carluccio, il quale, acuto come sempre, aveva posato gli occhi su Gorky e De Stael. Capimmo che l’espressionismo astratto era il nostro informale». Informale non voleva dire privo di forma, bensì “non formale” nel senso di espressione di loro stessi. Ancora Soffiantino: «Volevamo identificarci tramite la materia con una forma che partiva dal vero ma che poi raggiungeva una sintesi che lambiva il mistero, per noi la vera opera d’arte in quanto andava oltre la rappresentazione». Successivamente ognuno seguirà la sua strada. Piero Ruggeri non ha mai tradito l’Informale naturalistico. Partecipa a numerose esposizioni, ottenendo diversi riconoscimenti ufficiali. Tra i tanti storici dell’arte e critici che si sono occupati del suo lavoro e che hanno, nel tempo, seguito la sua ricerca, vanno almeno citati: L. Pistoi, G. Ballo, C. Volpe, P. Fossati, F. Arcangeli, R. Tassi, M. Valsecchi, L. Carluccio, M. Vescovo, A.C. Quintavalle, F. Gualdoni, F. Poli, F. D’Amico, G. Cavazzini, PG. Castagnoli, E. Fezzi, E. Pontiggia, M. Bertoni, S. Crespi, C. Cerritelli, D. Trento, F. Fanelli, C. Spadoni, B. Bandini, F. De Bartolomeis, M. Rosei, F. Tedeschi, M. Vallora, M. Goldin, E. Crispolti, C. Zambianchi, F. Arensi, C. Guarda, S. Troisi, G. Gamand, S. Parmiggiani, F. Licht. G. Schialvino. Una numerosa serie di mostre personali e collettive vedono le sue opere esposte, oltre che in Italia, in Austria, Svizzera, USA, Belgio, Brasile, Francia, URSS, Australia, Egitto, Cina. Partecipa a numerose edizioni di “Italia Francia”, della Biennale di Venezia, della quadriennale di Roma. Vince premi nazionali ed internazionali, tra cui sono da ricordare: il Premio Morgan’s Paint, Solomon Guggenheim New York, Marzotto, S.Paolo Brasile, Fiorino, Lissone, Villa S. Giovanni. Tra le mostre personali sono da citare la Sala Personale alla XXXI Biennale di Venezia, le Antologiche di Palazzo dei Diamanti a Ferrara nel 1984, alla Villa Reale di Monza nel 1985, al Circolo degli Artisti nel 1986, al Palazzo Liceo Saracco ad Acqui Terme nel 1993, alla Galleria Comunale d’Arte di Cesena, alla Casa del Mantegna a Mantova nel 1993, a Palazzo Bricherasio in Torino nel 1998, Palazzo Sarcinelli – Galleria Comunale d’Arte – Conegliano nel 2000, al Piccolo Miglio in Castello a Brescia nel 2006, a Palazzo Magnani – Reggio Emilia nel 2008, a Casa Felicita – Cavatore (AL) 2008. Dal 1963 al 1985 ha insegnato figura al Liceo Artistico di Torino. Nel 1995 è stato nominato “Accademico di San Luca.” E’ deceduto ad Avigliana (TO) il 14 maggio 2009.
La mostra fotografica Wildlife Photographer of The Year è aperta tutti i giorni, dalle 10.00 alle 19.00 e giovedì e venerdì fino alle 22.00. (La biglietteria chiude mezz'ora prima.)
I biglietti si possono acquistare direttamente in biglietteria oppure online, cliccando qui.
Per informazioni contattare il numero: +39 3516982286 oppure scrivere a info@radicediunopercento.it